Piazza XV Marzo, Cosenza
Cuore pulsante della città antica, il Teatro Comunale Alfonso Rendano è l’unico Teatro di Tradizione della Calabria. Affacciato sulla splendida Piazza XV Marzo, vanta una storia prestigiosa, che ha attraversato il tempo, segnando una traccia indelebile nel tessuto culturale di Cosenza e dell’intera regione.
Sono i luoghi più nascosti di un teatro i veri custodi della sua storia. Accade così che attraversando i corridoi sotterranei del Teatro Rendano che, anche vuoti, non sono mai silenti – evocando il brusio di artisti, comparse, orchestrali, coristi, maestranze – lo sguardo venga catturato da locandine che, da sole, raccontano tanti anni di storia del nostro teatro. Ma da sole non bastano, il Rendano è ultracentenario.
La sua storia inizia il 20 Novembre 1909. Si accendono i riflettori sulla inaugurazione del Teatro Comunale, si chiamava così. Le cronache del tempo riferiscono di sfarzo ed eleganza, e anche di qualche mugugno di disapprovazione, ma di fatto – con Aida di Giuseppe Verdi – comincia la vita del teatro lirico cittadino.
Anni difficili quelli immediatamente successivi, il primo conflitto mondiale non dà spazio al teatro dove risuonano più le voci dei militari che non le amabili melodie del bel canto, per le quali bisognerà attendere il 1920. Il Teatro, fino ad allora detto Massimo, nel 1935 assume la sua denominazione attuale, viene cioè intitolato al pianista e compositore di Carolei, Alfonso Rendano, l’inventore del terzo pedale del pianoforte.
Gli annali ci restituiscono i nomi della lirica che hanno calcato il suo palcoscenico – Tito Schipa, Titta Ruffo, Ferruccio Tagliavini, Tito Gobbi, Mario Del Monaco, per citarne alcuni – fino al secondo conflitto mondiale. Nel 1943, il Teatro Rendano viene bombardato, pare per sbaglio, subendo gravissimi danni. Il teatro cittadino, sventrato dalle bombe, rimane lì, per ben 23 anni, simbolo di una guerra devastante. Soltanto nel 1960, l’architetto napoletano Ezio Gentile riceve dal Comune di Cosenza l’incarico di progettare il nuovo Teatro, che ricalca lo schema originario, aggiungendo lo spazio – detto foyer – poi intitolato al compositore, nostro concittadino, Maurizio Quintieri.
7 Gennaio 1967. È ancora con una grande opera del repertorio verdiano che comincia la seconda giovinezza del Teatro Rendano, La Traviata. Sarà un periodo di grande fervore artistico, lo dimostra il riconoscimento di Teatro di Tradizione – che arriva nel novembre del 1976, dall’allora Ministro dello Spettacolo Dario Antoniozzi – attribuito in virtù della qualificata attività culturale e artistica. Cosenza è inserita a pieno titolo nel circuito delle migliori produzioni liriche.
La vita del Teatro Rendano conosce un altro stop nel 1990, per interventi di ristrutturazione. Quando, nel 1993, diventa Sindaco della città Giacomo Mancini, il teatro è ancora chiuso. Mancini imprime un colpo di acceleratore, il Rendano viene restituito alla città, chiama a supporto una personalità del panorama teatrale nazionale, il regista Maurizio Scaparro, e si riparte dapprima con una stagione di prosa per poi tornare, nell’ottobre del 1994, alla lirica, con Luciano Alberti in prima battuta e poi la lunga direzione artistica di Italo Nunziata… è un decennio straordinario per il Teatro Rendano che nel sud peninsulare, insieme al San Carlo, è punto di riferimento per i tanti appassionati.
Sono gli anni delle coproduzioni con teatri ed enti lirici, anche stranieri, dove gli allestimenti nati per Cosenza vengono riproposti su altri prestigiosi palcoscenici. Sono gli anni in cui Piazza XV Marzo risuona, sino a tarda notte, di strumenti che si accordano, di voci che si riscaldano. Sono centinaia le persone che lavorano ad una produzione lirica.
Le proposte si fanno sempre più innovative, il pubblico accoglie con favore anche le opere in lingua originale. In sala siede il meglio della critica musicale, italiana e straniera. È tutta lì, in platea, nel novembre 1997, occhi puntati su due operine del repertorio schubertiano, entrambe in tedesco – I due gemelli e La sentinella per quattro anni – dirette da uno straordinario Peter Maag, e con la regia dello stesso Nunziata. A fine spettacolo, gli applausi sono tanti e tali da richiamare in scena tutti, dai protagonisti alle maestranze. Lo spettacolo vincerà il Premio della Critica “F. Abbiati”.
In questi anni il Teatro di Tradizione tocca cifre record di abbonamento, che per la prosa superano le 1500 presenze fisse. È un teatro che accoglie tutte le generazioni, offrendo rassegne per bambini, per studenti dei vari ordini, fino alle stagioni tradizionalmente intese; è un teatro che, seppur di tradizione, apre al contemporaneo, alle produzioni d’avanguardia, non disdegna la contaminazione “d’autore”. Potremmo definire così anche i due grandi lampadari, contemporanei nel design e nei materiali, che nel 2003, in occasione di un ulteriore intervento di ristrutturazione – che riguarda anche la pavimentazione della sala grande sostituendo la vecchia moquette con il parquet per migliorarne ulteriormente l’acustica – compaiono in sala grande e nel foyer.
Il Rendano era ed è il gioiello della città di Cosenza, non c’è turista che non si fermi a visitarlo e non ne resti incantato. Non c’è artista che non testimoni l’emozione di esibirsi in questa cornice davvero speciale.
La Sala Teatro dispone di 800 posti: 336 in platea e 479 distribuiti in tre ordini di palchi più galleria.
Il palcoscenico è capace di ospitare allestimenti, anche impegnativi, di spettacoli lirici e di prosa. La configurazione dei volumi consente di ospitare concerti sinfonici, spettacoli di danza, convegni importanti. Dispone inoltre di un laboratorio di falegnameria, di sartoria, di sala trucco, di infermeria.
Teatro Comunale Alfonso Rendano Piazza XV Marzo Telefono: +39 0984 813220/0984 813227 Email: [email protected]
E-mail: [email protected]
Orari: Lunedì-venerdì 9.00/12.30, 15.00/18.00